Di' "Perendìper" è il quarto dei 6 EP che compongono "Ingannevole è il Colon".
Hanno detto di noi:
"Ingannevole è il colon [...] è un concentrato di brevi canzoni validissime, architettate con una perfetta noncuranza, che si danno il cambio con fare onirico, tra arpeggi visionari e versioni tristi e rivoluzionarie di canzoni già ascoltate.
I tempi qui sono molto allungati, non c'è spazio per la frenesia, la voglia di vivere è da domenica pomeriggio, con delle percussioni dubbeggianti che si accostano a frequentissimi arpeggi/accordi acustici con in fondo una chitarra elettrica che sragiona e prova a improvvisarsi rockenruol. Il tutto coadiuvato da un'atmosfera raffinata dall'elettronica di sottofondo [...]".
Mcguffin, Bjorko dio -
dundundudu.blogspot.it/2012/05/meconio-e-i-difficili-equilibri-sulle.html#links
"Atmosfere affogate in chitarre liquide che evaporano in nuvole colorate [...] dal minutaggio essenziale che lasciano spazio solo all’improvvisazione di una sei corda acida e di un timbro vocale quasi inanimato (Il Saltimbanco, ad esempio), ma sferzante, senza peli sulla lingua e un pizzico alienata ".
Poisonheart, Heartofglass -
heartofglass.altervista.org/blog/?p=4112
"Quello che più colpisce è l'orecchio appassionato su brani come Allo Zoo, Il Saltimbanco e La Smania con tanto di influenze sopraffini con il primo disco de Il Volo, side project anni 70' con Mario Lavezzi e Alberto Radius (una nicchia da scoprire, fra l'altro).
Un lavoro che nella sua mancanza, nella sua arte del togliere ad un concept album rimasto senza parole, lascia spazio ad un genere musicale tutto ancora da coniare: "espressive rock", qualcosa che, con le sue chitarre secche e tratteggiate sa di lounge raffinato e sostanzioso senza essere un soprammobile di musica d'ambiente".
Chiara Marra, Degni di nota -
degnidinota.blogspot.it/2011/12/meconio-e-i-difficili-equilibri-sulle.html
"È sicuramente spiazzante il bizzarro calderone che si dipana con arrapante nonsense lungo i 27 pezzi di “Ingannevole è il Colon”, album di inaudita distanza a firma Meconio e i Difficili Equilibri Sulle Rapide.
A lezione di progressive, ma senza la voglia di applicarsi a fondo, Meconio sceglie le 6 corde per affogarsi ora in sensuali groove da autoerotismo anni ’70 (“Boh”, “Caravella”), ora in pompose divagazioni cosmopolite (“Il Saltimbanco”), ora in inaspettetate deflagrazioni nero-metal (“Lucy In The Black Castellazzo’s Sky”), ora e per sempre in un’atmosfera che sa di pop dalla testa ai piedi, sia quand’è puro e tiepido revival (“G”) sia quand’è sincera sperimentazione in salsa quasi-electro (“H-Zo”, “Ghiribizzo”).
Difficile da assimilare, ancor di più da catalogare in una sola e semplice etichetta, sulla certa scia tracciata da Klippa Kloppa, Maisie e Babalot nel cielo più nascosto del panorama italiano, Meconio e i Difficili Squilibri Sulle Rapide prova e riesce a disegnare un’idea di pop di nuovo libera e slanciata, quasi a voler recuperare le migliori annate dell’Italia in musica e a spazzare via una volta per tutte, o almeno per una sessantina di minuti circa, la coltre di immobilismo digitale che ci abbiam piazzato sopra".
Fabio Gallato, Impatto Sonoro -
www.impattosonoro.it/2012/06/27/recensioni/meconio-e-i-difficili-squilibri-sulle-rapide-ingannevole-e-il-colon/